La gara odierna al “Partenio” di Avellino rappresenta un crocevia che stabilirà quale sarà il futuro del Catanzaro in questa stagione. In caso di sconfitta e soprattutto di prestazione negativa è pressoché certo che le strade tra Calabro e l’Uesse si divideranno- Ciò che conta e che interessa al popolo giallorosso, oltre al conseguimento dei 3 punti sarà ottenere la vittoria facendo vedere un gioco degno di tale nome, cosa che finora non si è ancora potuto apprezzare. Il tifoso giallorosso ormai unanimemente accusa il tecnico e quindi la dirigenza per aver fatto ricadere su di lui la scelta, per non essere riuscito a dare un’identità di gioco alla squadra che è apparsa sfilacciata e senza collegamenti tra i reparti. Affidarsi a lanci lunghi con la speranza di poter creare qualche pericolo alla difesa avversaria non ha dato i suoi frutti e i numeri in tal senso lo dimostrano impietosamente: delle 6 reti segnate in sette gare solo 3 sono state realizzate su azioni e per lo più su invenzioni del singolo (Carlini contro il Foggia per esempio) e altrettante su calcio di rigore sempre su iniziativa individuale come nel caso di Di Massimo in occasione del momentaneo pareggio a Terni. Troppo poco per una squadra che, per come è stata allestita, dovrebbe lottare per stare quantomeno a ridosso delle prime posizioni.Avellino dunque rappresenta la partita del dentro o fuori per Calabro in primis ma di conseguenza anche per il Catanzaro che, in caso di malaugurata sconfitta contro un avversario che a pieno titolo è da annoverare tra le formazioni che lotteranno fino alla fine per il salto di categoria, dovrà certamente guardarsi alle spalle per non essere risucchiato nella zona calda della classifica. Il perché dell’attuale situazione critica in cui versano i giallorossi non è facile da spiegare. I problemi esistenti devono essere al più presto risolti e in tal senso è stato deciso da parte della società di andare in ritiro fin quando non ci sarà un’inversione di marcia da parte di Evacuo & C. Lo sfogo del diggì nel dopogara contro il Palermo è una chiara dimostrazione che all’interno dello spogliatoio qualcosa non va e a mister Calabro il compito di capire il perché di ciò dando i giusti correttivi intervenendo sul piano mentale oltre che su quello tecnico-tattico. Nella conferenza della vigilia il tecnico pugliese ha confermato l’unità che regna in seno allo spogliatoio ma adesso è il momento di passare ai fatti. Lo scetticismo tra i tifosi regna sovrano. Solo una prestazione convincente condita da una vittoria potrà confermare che quanto dichiarato da Calabro corrisponde al vero altrimenti, come detto, non resta altro da parte della società che provvedere al cambio alla guida della squadra che possa però essere in grado di dare quella svolta da tutti auspicata. Alle 16.45 di oggi si potranno cominciare a turare le somme e vedremo cosa riserverà il futuro ad una piazza sempre più angosciata a e delusa.
Foto : US Catanzaro 1929
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