La grande svolta nella carriera di Pablito Rossi arriva nell’estate 1976. La Juventus , dopo una trattativa serrata riesce a convincere il L.R. Vicenza a prendere la giovane ala in compartecipazione. I biancorossi in quel momento militano in Serie B ed è che nella serie cadetta che nasce la favola di Rossi e l’incontro con Gibí Fabbri (che conquistò con il Catanzaro una promozione nella stagione 1984-1985) che cambierà per sempre il ruolo dell’attaccante toscano spostandolo dal ruolo di esterno offensivo al ruolo di punta centrale. Nella stagione 1976-1977 nel nuovo ruolo di centravanti si laureò capocannoniere della Serie B con 21 reti. Il presidente del Lanerossi Vicenza Farina decise di aumentare l’ingaggio ad oltre 50 milioni di lire e Farina convise Rossi a restare a Vicenza :la Juventus a fine campionato non esercitó il riscattò per Rossi, il club bianconero avevi deciso di puntare su Pietro Paolo Virdis.
Fabbrì in quei 4 anni sulla panchina biancorossa (dal 1976 al 1979) conquista prima nell’arco di due anni la storica promozione in Serie A e quindi nella stagione 1977- 1978 trascinata da Paolo Rossi conquistò uno storico secondo posto in classifica alle spalle della Juventus di Giovanni Trapattoni che vinse lo scontro diretto contro il Vicenza grazie alla doppietta di Bettega che aveva rimontato il goal del momentaneo vantaggio dei veneti siglato da Rossi. Fabbri al termine di quel campionato conquistò il Seminatore d’Oro (attuale Panchina d’oro) come miglior tecnico italiano. Destò tale ammirazione tra gli addetti ai lavori il Vicenza di Fabbri che venne ribattezzata anche “Real Vicenza” e la “ Nobile Provinciale” tanto che uno dei più grandi giornalisti sportivi di sempre Gianni Brera disse:“ Non avrei mai creduto che una squadra di provincia potesse giocare al calcio come giocò il Lanerossi Vicenza”. Nel dicembre del 1977, intanto, il Ct. azzurro Enzo Bearzot lo fa debuttare in Nazionale maggiore in amichevole a Liegi contro il Belgio, e si convince che è lui l’uomo giusto per giocare in coppia con Roberto Bettega nell’attacco azzurro. Nell’estate 1978 Rossi è così protagonista anche ai Mondiali in Argentina. Il tandem azzurro con il potente giocatore juventino incanta e quella Nazionale sarà definita da molti ‘la più bella’ di sempre. Rossi segna 3 goal e viene inserito nella Top11 del Mondiale ma l’Italia si dovette accontentare del quarto posto.
In occasione dell’ inaugurazione di un campo sportivo a Ferrara intitolato a Giovan Battista Fabbri nel 2017, Paolo Rossi parlò così del suo ex tecnico: “G.B. Fabbri era un grande. È stata una persona fondamentale per la mia carriera, e per me era come un padre, sotto tutti i punti di vista. Gli volevo bene. Fabbri è stato quello che mi ha scoperto dal punto di vista tecnico ,cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso e doti che altri non avevano. Fabbri era una persona squisita e ricordo che a Vicenza mi aiutò in tutto e per tutto. A volte mi invitava a mangiare a casa sua, e ci siamo frequentati anche quando ho smesso di giocare. Il nostro era un rapporto quasi come tra padre e figlio e tra noi c’era un affetto forte. Al Vicenza fu un precursore Erano gli anni in cui si parlava di calcio totale, e lui ci faceva giocare in quel modo, un calcio tecnico in cui voleva che tutti partecipassero all’azione. È stato fra quelli che ha cambiato l’immagine del calcio all’italiana sparagnino”
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