21 Luglio 2024

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Tutti per il “Sindaco”, Ferrigno per tutti

scritto il: mercoledì, 29 Settembre 2021 - 13:01

Tempo di lettura: 5 minuti

No, non voleva e non doveva essere una serata triste di commemorazione. E non lo è stata. La prima edizione del “premio Ferrigno”, benchè intrisa dall’inevitabile commozione, ha messo in evidenza come “il sindaco” sia ancora vivo, presenza forte, nella mente di tutti i presenti in un teatro Politeama colorato di giallorosso tra i fiori sul palco e le molte magliette del Catanzaro indossate dai presenti.

firma su maglia ferrigno

Perché ricordare Ferrigno significa anche ricordare quella stagione fantastica che ha portato il Catanzaro in serie B. Iniziata, come ricorda un commosso Ivano Pastore con quella frase che Ferrigno, da buon capitano, scrive alla nuova proprietà del presidente Parente: “ok, tante chiacchiere, vediamo che siete capaci di fa” e vinta dopo il ko a Martina Franca quando Ferrigno tranquillizza tutti: “di che vi preoccupate, abbiamo vinto il campionato”.

Capitano vero, irripetibile, “faro emotivo e che non può essere ritrovato in nessuno oggi” secondo Marco Ciardiello, “capace di trascinarci ma senza arrabbiarsi mai” per Pasquale Lo Giudice. Parole spesso rotte da respiri di commozione come quelli di Gianni Improta che rivolge il pensiero alla famiglia, presente in sala, “che gli ha permesso di fare ciò che voleva”.

L’altra famiglia, quella del Catanzaro, non smette di ricordarne aneddoti e qualità umane. Giovanni Caterino ricorda quella volta che “dopo il gol alla Sambenedettese lo presi in braccio senza nemmeno sapere dove trovai la forza”, Nicola Ascoli quella telefonata dopo il suo esordio in serie A: “se non era per me tu non ci arrivavi. Tu davi la palla a me io non te la ridavo e così ti evitavo di far vedere i tuoi cross sbagliati”. Risate, quelle che Ferrigno faceva fare a tutti nello spogliatoio e che riecheggiano in un teatro che vuole ricordarlo col sorriso e la bonomia che lo hanno sempre distinto.

 Qualità che anche la moglie Giovanna ricorda: “lui era come lo hanno descritto, sempre buono anche in famiglia tanto che i nostri figli quando io li sgridavo andavano dal papà a farsi consolare”. “E’ un’assenza dura, ma la fede che ci ha sempre unito ci dà la forza di andare avanti. Ce lo siamo sempre detti con Fabrizio, il Signore è con noi, sempre”.

E sempre anche vivono i ricordi di Giorgio Corona al centro del palco come lo era al centro dell’attacco con Ferrigno alla sua sinistra. Quel campo dove il “Re” vorrebbe l’anno prossimo si ricordasse Fabrizio: “spero che la prossima si faccia un ricordo al Ceravolo perché a Fabrizio piaceva stare all’aperto”.

È il momento più alto della serata anche perché proprio Corona di li a poco riceverà il “premio Ferrigno”, quella maglia numero otto del capitano incorniciata e che viene difesa gelosamente da Corona e dai compagni mentre la manifestazione va avanti.

E va avanti con i riconoscimenti a chi ha fatto grande quella stagione. In particolare ai curatori dell’area marketing, Giuseppe Mangialavori, Roberto Talarico e Vittore Ferrara, precursori di una tendenza all’aspetto mediatico per una squadra di calcio ancora lontano ai tempi ma che la lungimiranza degli addetti ai lavori ha reso possibile.

In tal senso divertente l’aneddoto sulla canzone “Veramente” di Mario Venuti, divenuta inno ufficioso di quell’annata: “Mario Venuti – dice Roberto Talarico –  è disperato perché a Catania lo odiano e gli dicono che tifa Catanzaro”. Poi ricorda la campagna abbonamenti da record con oltre 4000 tessere e la pubblicità messa anche a Crotone e Lamezia. Mentre Vittore Ferrara ricorda l’emozioni e la passione con cui curava il suo “Tg giallorosso” e la gioia nel rivedere anche in post produzione i momenti di entusiasmo legati alle Aquile. momenti che Massimo Poggi augura di rivivere anche al Catanzaro del presidente Noto presente in sala insieme ad altri storici numeri uno dell’Us come Giuseppe Soluri e Giovanni Mancuso.

Passato presente e futuro nella serata al “Politeama”. La presenza costante della Guglielmo caffè nella storia del Catanzaro, premiata anch’essa e poi la storia nei volumi dell’enciclopedia di Adriano Macchione e nel docufilm di Pino Iannì e Vittore Ferrara a spiegare cento anni di rapporti tra il Catanzaro e la sua città, dal titolo “Una storia infinita” e a presto nelle sale cinematografiche. Film, enciclopedia e poi la maglia di Corona autografata: tutti cimeli acquistabili durante la serata e il cui ricavato ci collega al futuro. Perché Corona, Ferrigno e Co. sono il passato, gloriosissimo, di questa squadra ma è il futuro che va preservato.

Pertanto l’immagine più bella della serata è quella che vede salire sul palco, Simone, il figlio di Ferrigno. Abbracciato da Corona come un figlio, coccolato da tutti, spronato a dare il meglio per portare in alto il nome del papà, che gli avrà lasciato tanti valori e tanta energia. E, probabilmente, doti tecniche importanti. Simone infatti gioca a calcio, nelle giovanili del Catania. In che ruolo? Ala sinistra ovviamente.

La foto finale tra gli ex giallorossi e il piccolo Ferrigno rappresenta l’obiettivo della serata condotta da Gea Brescia e Ugo Floro: ricordare Ferrigno col sorriso, pensare al passato ma guardare sempre avanti. Per questo il ricavato dei cimeli venduti durante la serata sarà trasformato in borse di studio per i tre figli del “sindaco”.

Che vive, forte, nella mente di tutti, compagni e tifosi e che per questo non andava ricordato in maniera triste ma esattamente come è stato fatto: con il giusto rispetto e qualche risata.

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