Il nostro direttore interpellato da Prima Tivvu’ sul cambio di allenatore alla guida tecnica dell’U. S. Catanzaro, ha sottolineato come il calcio sia un gioco di squadra dentro e fuori dal campo. Se nelle vittorie il merito è condiviso, non può essere diversamente nelle sconfitte. Deve esserci una assunzione di responsabilità condivisa, senza voler ricercare un colpevole a tutti i costi, anche se poi a pagare per tutti, come spesso accade, e l’allenatore.
Una squadra partita con ambizioni di vertice dopo 16 giornate non può trovarsi distaccata di ben 11 punti dalla vetta.
Il cambio di allenatore con l’esonero di Calabro e l’arrivo di Vivarini si è reso necessario, ma ripeto Calabro non può essere l’unico colpevole.
Va dato atto alla proprietà di aver virato su due nomi di spessore come Toscano (prigioniero della Reggina) e appunto Vivarini.
Il tecnico abruzzese garantisce esperienza e temperamento per dare un grosso contributo a riprendere il campionato puntando sulle motivazioni di inizio stagione. Ora ci si aspetta anche qualcosa di più da chi poi effettivamente scende in campo.
scritto il: mercoledì, 01 Dicembre 2021 - 13:52
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Infatti.Sarebbe interessante approfondire l’argomento – squadra all’interno della componente-calciatori. Un 56% di responsabilità è ascrivibile per tale situazione. Può esserci anche Pep Guardiola in panchina, ma con cali di concentrazione, svogliatezza, superficialità, approssimazione, c’è poco da fare. Con buona pace della “giornata storta” e degli arbitri, adesso è tempo della verità.
È tempo che tutti noi ci si rilassi in attesa della maturazione degli eventi. Caro Sig. La Cava, è tempo di mettere tutte le carte sul tavolo. Buone o cattive che siano. È tempo di riflessioni, di pentimenti, di maledizioni, di tutto ciò che volete. Una cosa è, però, certa: Da che calcio è calcio, purtroppo, a ragione o a torto, nei casi critici, chi paga è sempre l’allenatore. E questo tanto al Barcellona quanto in terza categ. È andata così anche da noi. Adesso non ne parliamo più e pensiamo a cose migliori. Non è più il caso di processi, di se e di ma. È successo. Ma non mi si venga a dire che la squadra era col mister. È apparso evidente, a Viterbo, che i ragazzi erano svogliati, distratti e lavativi