Con il ritorno di Zeman, quarta volta sulla panchina del Foggia, il club rossonero vuole ricostruire il presente ricominciando dai fasti del passato.
UN PO’ DI STORIA
La società rossonera dal 65 al 94 ha vissuto l’emozione di essere protagonista in serie A, sfiorare la Coppa Uefa, arrivare in finale di Coppa Italia, vincere con pieno merito numerosi campionati di Serie B. la sua storia è legata indissolubilmente al duo Casillo-Zeman, il re del grano e l’allenatore più amato-odiato che la storia recente ricordi.
Quando si parla del Foggia inevitabilmente si parla di quella meravigliosa macchina da gol composta da Rambaudi, Signori e Baiano che nei primi anni 90 riuscì a stupire l’Italia intera grazie al gioco spumeggiante e iper-offensivo, tanto che quel periodo calcistico (dal 86 al 95) fu denominato Zemanlandia in onore del tecnico boemo.
Passato l’allenatore (Zeman fu ingaggiato dalla Lazio) e persi i pezzi migliori, il Foggia si sciolse come neve al sole dissipando un patrimonio tecnico ed economico che la società non è più riuscita a ricostituire. Il club ha vissuto periodi molto difficili retrocedendo nelle serie minori, passando dalla rinuncia all’iscrizione nel campionato di Lega Pro al fallimento vero e proprio.
Nel passato più recente sembra esserci stata un’interessante inversione di tendenza. Con le panchine di De Zerbi e Stoppa, il Foggia è tornato a vincere (Coppa Italia e Super Coppa di Lega Pro) riconquistando la cadetteria poi nuovamente persa per difficoltà economiche.
Appena due anni or sono la riammissione in serie C grazie alla penalizzazione inflitta alle società del Bitonto e AZ Picerno. Oggi al comando del club rossonero troviamo il presidente Canonico che ha fortemente voluto Zeman al timone. Fra buoni propositi e nuove strategie, i due non rinunciano a qualche partitella a carte. Il Foggia è tornato!
IL TECNICO
La carriera di Zdeněk Zeman non è costellata da trofei, bensì da vittorie indimenticabili. Il boemo ha allenato in tutte le categorie professionistiche attirando l’attenzione di grandi club come Lazio, Roma, Napoli, Parma, Fenerbahçe e Stella Rossa.
Tuttavia è in provincia che ha ottenuto i maggiori successi per via di quella sua propensione ad accettare sfide impari che evidentemente davano al tecnico stimoli decisamente maggiori.Le esperienze alla guida di Foggia, Lecce, Brescia, Salernitana, Avellino e Messina sono tappe di una carriera indimenticabile che ha portato Zeman a diventare uno degli allenatori più controversi del panorama calcistico nazionale.
Schieratosi contro il sistema e i potenti del pallone, Zeman è quel tipo di allenatore di cui si dice non abbia mai vinto nulla, eppure riesce sempre a lasciare il segno facendo gioire i propri sostenitori e facendosi rimpiangere per quel suo carattere schivo e i suoi modi schietti di dire le cose.
Calciatori del calibro di Signori, Rambaudi, Vucinic, Totti, Nesta e Nedved esplosero proprio sotto la guida del tecnico boemo. Oggi i pupilli di Zeman sono Verratti, Insigne e Immobile, tre colonne della nazionale italiana.
Il merito del tecnico è di sfruttare al meglio le capacità offensive dei propri giocatori trasformandoli in autentiche macchine da gol. Il merito è di tutta la squadra, delle coralità del gioco che risponde a due semplicissime regole: fatica e attacco.
LA ROSA
La truppa rossonera ha un’età media di 24 anni che risponde egregiamente alle esigenze fisiche imposte dal gioco. La tattica passa in secondo piano, prima di tutto bisogna correre e per farlo è necessaria la freschezza atletica.
Il tridente di Zeman è composto dall’ex Ternana Ferrante, dall’ala sinistra Curcio (che tra l’altro è il giocatore più anziano con solo 31 primavere) e uno fra Tuzzo e Martino sulla corsia destra.
A centrocampo troviamo Peterman (regista) con le mezzali Gallo e Garofalo. Le due mezzali hanno caratteristiche diverse: Gallo è il classico incursore con buone qualità da incontrista, Garofalo è il classico giocatore di rottura che viene anche sfruttato sui calci piazzati per la statura.
A proposito di Gallo va sottolineato come il giocatore (proveniente dalla serie D) sia stato in prova per tutta la fase del ritiro, ma grazie al gran lavoro svolto è riuscito a convincere il tecnico che gli ha dato una maglia da titolare ottenendo sempre grandi risultati da un giocatore che aveva conosciuto solo le realtà di Vado e Real Aversa.
In difesa troviamo nel ruolo di terzini sono Garattoni e l’ex giallorosso Nicoletti (già a quota 2 gol),entrambi spingono molto in fase di costruzione. Nelle posizioni centrali accanto a capitan Sciacca troviamo Di Pasquale.
LA TATTICA DI ZEMAN
Zeman è stato uno degli allenatori più studiati perché ha anticipato i concetti offensivi del calcio moderno conuna impostazione tattica che ha fatto scuola. Il 4-3-3 del boemo si incentrasu due principi base che corrispondo all’occupazione degli spazi e alla riconquista immediata.
Nello sviluppo della manovra le squadre di Zeman cercano di occupare tutti gli spazi aumentando più possibile le distanze fra i giocatori avversari. Lo scopo è ovviamente quello di indebolire la fase difensiva avversaria costringendo a giocare a “maglie larghe”.
Quello che può apparire come il segreto di pulcinella è a conti fatti la mossa più semplice, e al tempo stesso geniale, che si possa usare quando si hanno valori tecnici inferiori all’avversario. La predisposizione a restare larghi crea sul terreno di gioco i famosi triangoli che portano i vertici bassi ad avere moltissime possibilità nello sviluppo dell’azione.
La riconquista immediata si mette in pratica stringendo le maglie del triangolo sul giocatore avversario in possesso, tuttavia l’efficacia di questa impostazione dipende dall’intensità e dalla velocità degli interpreti. Fattori che automaticamente determinano anche l’aspetto più negativo delle squadre allenate da Zeman e cioè un pesante passivo di reti subite.
Nella spregiudicatezza del gioco zemaniano c’è l’azzeramento del dogma che se un esterno sale, l’altro resta in copertura. Per impostazione tattica il 4-3-3 del boemo si sviluppa principalmente sulle corsie esterne e non è inconsueto osservare entrambi i terzini molto alti.
Da un lato quindi c’è una potenza di fuoco davvero notevole, dall’altro però saltano le coperture preventive che nel bene e nel male determinano l’incredibile numero di gol registrati durante la partita.
Foto: Foggia Calcio
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