Il nuovo anno inizia come era finito il precedente: il Catanzaro rimedia ancora una sconfitta, contro un Padova rabberciato, e abbandona mestamente la coppa di serie C.
FORMAZIONI
Falcidiato dalle assenze, il Padova di Pavanelsi dispone con una formazione d’emergenza composta da Donnarumma fra i pali, Kirwan Ajetti Gasbarro e Curcio in difesa, Heirech Germano Della Latta a centrocampo, Jelenic Santini e Bifulco in attacco.
In attesa dell’arrivo dello Zar, Vivarini fa quel che può schierando ancora il 3-5-2 con Nocchi fra i pali, Martinelli Fazio e De Santis in difesa, Bjarkason Sounas Cinelli Welbeck e Vandeputte a centrocampo, Vazquez e Bombagi in attacco.
PRIMO TEMPO
La prima frazione di gioco ha visto prevalere gli ospiti dal punto di vista organizzativo. Il Catanzaro si è fatto vedere solo nel finale sfiorando il pari in almeno due nitide occasioni.
Con un pressing mediamente aggressivo gli uomini agli ordini di Pavanel hanno messo alle corde gli avversari, impedendo di fatto ai giallorossi una costruzione pulita. Con Cinelli in cabina di regia coadiuvato dai movimenti a venire incontro di Sounas e contando sull’appoggio orizzontale per Welbeck, il Catanzaro ha dimostrato scarsa fluidità nella circolazione della palla complice la posizione decisamente troppo avanzato di Bjarkason e Vandeputte.
Al decimo minuto Bifulco, imbeccato da un preciso lancio di Curcio, si libera di uno statico Bjarkason e s’inserisce in area per poi trafiggere l’incolpevole Nocchi in uscita. Il gol degli ospiti arriva dopo una serie di buone iniziative che avevano visto protagonista Jelenic, sempre lanciato in campo aperto sulla corsia destra e sempre troppo agevolato nei compiti dal timido approccio alla gara avuto da De Santis.
Il Padova gode della buona verve di Santini che duella fisicamente con Fazio spalle alla porta smistando una gran quantità di palloni. Lo scacchiere tattico degli ospiti è decisamente meglio organizzato, più reattivo nella riconquista e meglio votato alla finalizzazione.
Il Catanzaro soffre. Da un lato si cerca di giocare palla a terra rinunciando di fatto al classico lancio lungo, ma dall’altra parte non si trovano le geometrie necessarie per superare la mediana biancorossa. Basti pensare che il primo traversone firmato da Vandeputte arriva solo intorno alla mezz’ora.
Con il passare dei minuti la gara sale d’intensità e il Catanzaro inizia a premere sull’acceleratore per agguantare il pari. La difesa si alza, Cinelli illumina a sprazzi, Sounas si da un gran da fare e finalmente le aquile iniziano a macinare gioco.
Nel giro di tre minuti prima Fazio imbecca Bjarkason che scivola all’ultimo secondo quando era a tu per tu con il portiere, poi è Bombagi a concludere di poco a lato dopo un clamoroso liscio di Heirech e infine è ancora Bombagi di testa a impensiere la retroguardia ospite.
Si va negli spogliatori con il risultato di zero a uno, ma con la ferma convinzione che la ripresa sarà tutta un’altra musica.
SECONDO TEMPO
I secondi quarantacinque minuti iniziano con buoni ritmi, ma la condizione atletica del Catanzaro inizia a venir meno e questo segnerà l’esito della gara.
Nei primissimi minuti si registrano due occasioni per parte. Ci provano gli ospiti con Della Latta che da buona posizione colpisce di testa ma Bjarkason devia in angolo. L’islandese un minuto più tardi prova la conclusione da dentro l’area, ma Gasbarro si frappone energicamente. E’ il turno di Sounas che approfitta di un passaggio arretrato di Vandeputte e colpisce a botta sicura ma Donnarumma respinge. Quindi è Jelenic a tentare la botta murata da Martinelli.
Inizia la girandola dei cambi con Pavanl che cambia due terzi del fronte offensivo inserendo Chiricò e Terrani al posto di Santini e Bifulco. Chiricò si posiziona a destra del tridente mentre Jelenic si posta centralmente, Terrani occupa la corsia sinistra.
In questa fase del match i giallorossi danno fondo a tutte le energie, il Padova soffre e inizia a buttar via una quantità considerevole di palloni.
Vivarini decide di togliere dalla mischia Vazquez e inserire Porcino che verrà posizionato sulla corsia sinistra, con Bombagi prima punta e Vandeputte seconda punta.
Nonostante la pressione i biancorossi resistono la foga dei giallorossi finché al 73° un preciso lancio per Chiricò costringe Fazio al fallo da ultimo uomo e il rosso diretto. La gara cambia inevitabilmente volto, il Catanzaro si dispone con il 4-3-2 arretrando il raggio d’azione di Porcino e Bayeye. Quest’ultimo ha sostituito Bjarkason mentre Curiale ha rilevato Bombagi.
Trasformato tatticamente e visibilmente frastornato, Il Catanzaro perde lucidità. Il neo entrato Chiricò impegna Nocchi da 25 metri, poi tira magistralmente una punizione che si stampa sulla traversa.
Fra i padroni di casa Vandeputte è l’unico a mettersi in evidenza con una bella azione individuale e un cross morbido per Curiale, ma Ajetti non si fa sorprendere e devia in corner.
Il sipario cala definitivamente al 93esimo quando Curiale colpisce Valentini a terra, secondo giallo e Catanzaro in 9 uomini. Dopo il triplice fischio verrà espulso anche il direttore generale per proteste.
Proprio una serata da dimenticare in fretta.
CONSIDERAZIONI
Si mastica amaro in casa giallorossa e non poteva essere altrimenti per le condizioni atletiche con cui è stata affrontata la partita, ma soprattutto per la mezza rivoluzione dell’organico che il mercato di gennaio sta facendo emergere in tutta la sua interezza.
Gli acquisti di Iemmello, Sounas e Bjarkason, più quelli di Maldonado e Biasci lasciano pochi dubbi sugli elementi che da qui a breve non rientreranno nel progetto tecnico, eppure alcuni di questi oggi erano in campo a onorare il loro impegno professionale.
I problemi del Catanzaro sono nella fase di costruzione più che in quella di rifinitura, inoltre continua a mancarechi la butta dentro. Anche oggi le occasioni non sono mancate, ma un po’ la sfortuna un po’ l’avversario hanno negato la gioia del gol che sostanzialmente le aquile avrebbero meritato.
Dove invece i meriti sono tutti da dimostrare è nella capacità di impostare la manovra, che difetta ancora di un regista che illumini la scena e guidi i due reparti più arretrati con la dovuta autorevolezza.
Per quanto Cinelli sia apparso più ispirato del solito, da un regista ci si aspettano due cose: dettare lo sviluppo dell’azione e coordinare l’altezza delle linee. Cinelli ha svolto questi due compiti a metà, dettando il primo passaggio orizzontale su Wellbeck oppure sfruttando i movimenti a venire incontro di Sounas, in entrambe le situazioni Vandeputte e Bjarkason restavano a distanze siderali e quindi tagliati fuori.
Solo in poche circostanze la linea di difesa è riuscita a restare alta, ben conscia del rischio di subire la ripartenza esponendosi al famigerato uno contro uno (ad opera dello scatenato Jelenic per esempio), e quando l’ha fatto il Catanzaro ha creato i pericoli maggiori. Parliamo dunque dei 10 minuti finali del primo tempo e di un’altra manciata di minuti a inizio ripresa. Per tutto il resto della partita si è cercato di forzare la giocata, affidandosi più all’individualità del singolo che alla coralità della manovra.
La fase di pressione del Padova ha messo in difficoltà il Catanzaro che,con gli esterni di centrocampo molto avanzati, si è ritrovato con i reparti lunghi e una miriade di palle perse o riconquistate dall’avversario. La miglior condizione fisica dei veneti ha consentito a Curcio e Kirwan di fare la doppia fase con molta più naturalezza. La capacità di intercettare palloni di Germano e Heirech, unita all’immediata verticalizzazione, hanno fatto sparire dal gioco Vazquez e Bombagi che davanti hanno solo fatto tanto movimento fine a se stesso.
Forse c’era poca benzina nelle gambe e poche nuove idee per affrontare l’inizio del nuovo anno, ma non si può pensare di aspettare Iemmello per togliere le castagne dal fuoco. Mister Vivarini ha avuto tutto il tempo di conoscere la squadra, impartire nuove geometrie ed anche la fortuna di un mercato di riparazione di altissimo livello. Ci si aspetta adesso una decisa inversione di tendenza nel gioco espresso e perché no, anche nei risultati.
Per quanto abbia disputato solo pochi scampoli di partite ufficiali nella prima metà di stagione, Sounas è apparso sicuramente su di giri rispetto a Bjarkason che oggi sulla corsia destra ha un po’ deluso perdendo la marcatura su Bifulco in due circostanze (la prima delle quali è costata il gol partita).
La posizione di Sounas è quella fino a ieri occupata da Carlini. Fra i due c’è una differenza sostanziale. Il greco è più propenso al dai e vai, viene incontro scarica e crea lo spazio. Il conte max invece capta e nasconde i palloni attirando su di sé l’avversario, ma al tempo stesso mantenendo la necessaria lucidità nello smistare sul compagno libero.
Con Sounas il Catanzaro può dunque migliorare la rapidità della fase di rifinitura e contemporaneamente abbassare l’età media della rosa che con l’arrivo di Bjarkason guadagna un elemento poco più che ventenne di ottima prospettiva.
L’islandese non ha ancora una sua connotazione precisa, tatticamente è stato schierato in moltissime zone del campo senza emergere in nessun in particolare. Corretto dare al ragazzo Il tempo di crescere e amalgamarsi buttandosi nella mischia fin dalla prima partita.
Nell’analisi tecnico/tattica si evince chiaramente la confusione totale di questi dirigenti che fanno e disfano questo organico.Continuare a lasciarli fare non so a chi può giovare.
Comi cio a rimpiangere calabro