21 Luglio 2024

catanzarosport24.it

l'informazione giallorossa

Mario Saia, l’arbitro per vocazione che andrebbe fermato

scritto il: mercoledì, 16 Febbraio 2022 - 12:36

Tempo di lettura: < 1 minuto

La vocazione è una particolare sensibilità verso un tipo di vita, un’attività spesso intesa di carattere prettamente religioso o solidale, ma che esiste anche all’interno di pensieri filosofico-morali.

La persona ha un trasporto innato nel vivere un certo tipo di vita.  Una vocazione di famiglia, diremmo nel caso del sig. Mario Saia arbitro della sezione di Palermo, una famiglia legata al mondo del pallone: il padre, Nicola Saia, è stato arbitro in serie C, guardalinee in A e attualmente ricopre il ruolo di presidente regionale dell’Aia; il fratello, Francesco Paolo è stato arbitro si è dimesso 30 giugno 2018 dalla CAN B per motivazioni tecniche, e ancora a seguire, tre cugini, Vittorio Emanuele, Gianluca e Francesco Paolo ad indossare la “giacchetta nera”.

Un marchio di fabbrica di famiglia, di cui si potrebbe volentieri fare a meno del sig. Mario, l’arbitro che ieri ha diretto Catanzaro – Paganese, vinta dalle Aquile per 1-0. Se lo scriviamo nel momento della vittoria è perché davvero la sua direzione di gara è stata pessima, errori a ripetizione di ogni genere, con due clamorosi rigori non concessi ai padroni di casa, il tutto accompagnato da un atteggiamento indisponente con cartellini gialli estratti con troppa superficialità all’indirizzo dei ragazzi di Vivarini e dello stesso tecnico abruzzese.

La sua direzione di gara di ieri merita di finire sotto la lente di ingrandimento della CAN  di C con un approfondimento che dovrebbe portare alla decisione di fermarlo, ne va del rispetto della stessa categoria che non può affidarsi ad una “vocazione di famiglia” rischiando di sperperare i sacrifici economici di una società di calcio.

Categorie

P