Incredibile! La famiglia Noto contro l’Accademia della Crusca
Siamo venuti a conoscenza di un’incredibile missiva inviata dalla famiglia Noto all’Accademia della Crusca.
Il livore è palese e traspare chiaramente dalla Notula inviata dalla Società alla più alta Accademia della lingua italiana. Vi riportiamo quanto abbiamo appurato da fonti inoppugnabili. È in atto una vera e propria diatriba linguistica tra la nostra Dirigenza e la summenzionata istituzione. Segue quanto segue di seguito:
Non se ne può più, davvero! La discriminazione semantica perpetrata contro la nostra Squadra ha raggiunto livelli inaccettabili. Si continua ad accettare pedissequamente una formulazione di augurio ormai vetusta che vede il lupo scomodarsi nella bocca di chiunque. In bocca al lupo. Viva il lupo. Basta! Basta! Non se ne può più. Questa perifrasi non è solo discriminante, ma anche offensiva. Anche perché, come tutti sappiamo, l’Aquila è l’unico animale (a parte l’uomo) capace di prevalere sul lupo. È sempre stato dimostrato anche sul cambo. Esistono anche prove video-documentali (deltaplani volanti ad esempio) che corroborano la nostra indignazione. Chiediamo pertanto che vengano rivisitati, per manifesta superiorità dimostrata nel corso degli anni, i parametri proverbiali dettati da una concezione arcaica della nostra meravigliosa lingua. Ciò che chiediamo è una coerente e aggiornata riformulazione del più semplice augurio che può essere augurato. Ricordatevi che la lingua non è statica, ma in costante evoluzione. La nostra proposta è banale. Da ora in poi, per meri ragionamenti evolutivi, la più grande forma di augurio per qualsiasi cosa dovrà essere modificata in tal senso:
In becco all’Aquila! Viva l’Aquila!”
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