Di bandiere della Pace, dell’Ucraina e del Catanzaro in questo periodo, in città, ne abbiamo viste tante. Purtroppo. Il conflitto, becero, nell’Est Europa entra nel pianeta giallorosso che però, anche grazie al calcio prova a dimenticare per novanta minuti e a usare il pallone come messaggio di speranza per il futuro. La “battaglia” dev’essere solo quella in campo e le bandiere da esporre sui balconi, a breve speriamo, solo quelle del Catanzaro. Anche il venditore ambulante di vessilli che fuori dallo stadio espone le sciarpe giallorosse insieme alla bandiera della Pace, auspica, quanto prima, di riporre nel cassettone del suo camioncino, quella arcobaleno.
Di bandiere della Pace, dell’Ucraina e del Catanzaro in questo periodo ne abbiamo viste tante. Ma quelle esposte ieri nella nostra trasmissione “Corner” da Oleksandr Sytsko hanno un sapore particolare. Perché lui, Oleksander, ce l’ha nella sua casa a Kiev, vicino quella finestra dalla quale sente spesso le sirene che annunciano sventura. Ma nonostante tutto decide di dedicare un po’ del suo tempo per parlare con noi della sua passione per il calcio e per il Catanzaro. Quella squadra che, da qualche anno, ha una gemella proprio in Ucraina e di cui Oleksandr è un degno rappresentante. Una squadra, L’Fc Catanzaro, il cui stemma è anche sul cuore del nostro fratello ucraino, sulla felpa che veste durante il nostro collegamento, e che sfiora quando dice grazie ai catanzaresi e al sostegno che stanno dando.
Sostegno morale soprattutto come i tanti messaggi di ogni giorno in privato e quelli che scorrono durante la trasmissione. Sostegno e speranza, come quella di giocare un’amichevole non appena la situazione migliorerà. Un derby della Pace tra due Catanzaro che non vediamo l’ora possa disputarsi, alla presenza anche della famiglia Ceravolo, ispiratrice di questa squadra, che invia in diretta un messaggio di sostegno. Uno dei tantissimi che fanno sorridere Oleksandr, lo rincuorano e gli consentono, come dirà Pietro Iemmello, “di svagarsi un po’ da quello che sta vivendo parlando del Catanzaro”. Ma la guerra è realtà e il sostegno anche pratico serve e come. A testimoniarlo Ania, l’interprete della serata, che racconta come ci sia da impegnarsi anche qui, aiutando chi è scappato dalla terra del conflitto. Lei, ucraina che vive a Catanzaro, si è subito attivata per accogliere alcune persone provenienti dall’Ucraina tra le quali una bambina che “invece dei giocattoli mi ha chiesto un giubbotto per ripararsi dal freddo”.
Il freddo che cala sul cuore di tutti nel sentire questa storia e le sofferenze della guerra subito riscaldato dall’amore dei catanzaresi e dalla passione di Oleksandr. Un calore fortissimo che da Kiev arriva a Catanzaro, dove, tutti, speriamo a breve, di esporre una sola unica bandiera: quella giallorossa. Vorrà dire che la prima e più importante partita sarà finita mentre quella molto più frivola sul terreno di gioco del “Ceravolo” dovrà dare adito a grandi festeggiamenti. Magari insieme ai nostri fratelli dell’Fc Catanzaro per far si che questa primavera resti solo un brutto ricordo.
scritto il: venerdì, 01 Aprile 2022 - 09:00
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Articolo bello e toccante. Bravo Francesco. E speriamo che la guerra diventi presto soltanto un bruttissimo ricordo