“Fatti non parole”: lo slogan più usato e abusato durante le campagne elettorali ora che, le elezioni si avvicinano, continua a essere abusato ma poco messo in pratica. Così a distanza di quasi una settimana dalla cocente sconfitta del Catanzaro ai playoff alcuni tra candidati sindaco e consiglieri hanno pensato di dire la loro. Di indignarsi per l’arbitraggio, di elogiare la meravigliosa tifoseria, di promettere stadi nuovi e vicinanza alla società.
Parole, però, non fatti. Bipartisan: perché in quasi tutti gli schieramenti abbiamo sentito dire un’opinione sul fatto della settimana e su uno degli argomenti (se non addirittura il principale) più attrattore dell’interesse dell’opinione pubblica: il Catanzaro. Usato e abusato anche questo come scontro di idee, attacchi e contropiedi, con anche il linguaggio che prende spunto per avvicinare una parte dell’elettorato dalla propria. Chiamasi populismo, strategia politica, resta il fatto che, ancora una volta, sul simbolo del Catanzaro si creano battaglie ideologiche che, spesso sono fini a se stesse. E non solo perché chi le pronuncia afferma che non può fare nulla perché ancora non ha il potere, ma perché anche quando c’è stata la possibilità non ha dato seguito alle parole con fatti concreti.
Le parole di Derio Noto sono emblematiche: “la politica locale non ci è mai stata di supporto, gli abbonamenti ad esempio si contano sulla dita di una mano”.
È giunto il momento allora, cari candidati sindaco, di far ricredere il buon Derio e fargli usare la seconda mano per contare (come minimo) gli abbonamenti della politica locale. Ecco perché dalla nostra testata nasce l’idea, semplice ma efficace, di sottoscrivere l’impegno di un abbonamento in tribuna centrale o vip per la prossima stagione.
Al di là se si venga eletti o meno, si chiede un segnale di reale vicinanza a quella squadra che in campagna elettorale tutti tifano fin da bambino e che seguono assiduamente. Ora è il momento di dimostrare questo amore sopito che riemerge in prossimità delle elezioni. Ora è il momento di far vedere che al Catanzaro ci si tiene davvero e non solo per far presa sulla popolazione.
Niente sconti, niente richiesta di accrediti: un gesto simbolico, un abbonamento anche inutilizzato ma che serve per far capire che al Catanzaro ci si tiene davvero.
Come simbolo della città, come mezzo di diffusione della cultura di un popolo, come bene comune e di coesione sociale.
Aspettiamo quindi un segnale, una promessa sulla quale vigileremo. Perché siamo stufi di tante parole e pochi fatti.
Non li farei entrare manco nel Tempio. Tutti una massa di opportunisti!