21 Luglio 2024

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Multe, sanzioni e quelle incoerenze che attendono (invano) una risposta

scritto il: giovedì, 22 Settembre 2022 - 12:05

Tempo di lettura: 3 minuti

La sensazione è che, come spesso accade nel calcio, qualcosa non va come dovrebbe. Che sul rettangolo verde dove rotola un pallone rotondo qualcosa non quadra. O peggio, che questo accada nelle stanze della giustizia sportiva e a bocce ferme. Perché, se è accettabile un errore di un arbitro che deve decidere in pochi secondi, assolutamente da condannare sono le decisioni prese in maniera quantomeno incoerente – per non dire ambigua – dai giudici del calcio che hanno tempo per analizzare, vedere, sentire prima di prendere una decisione. La dimostrazione nelle ultime sanzioni disciplinari comminate al Catanzaro, ormai da quattro settimane oberato di multe.

Tutto fumo e niente arrosto

La prima perché nella gara d’esordio di questo campionato i supporters della “Capraro” si sono resi colpevoli di “aver acceso nel recinto di gioco […] piu di 50 fumogeni” – si legge testualmente – di colore giallo e rosso che […] ha causato il ritardato inizio della gara di un minuto”. Addirittura, un minuto, sessanta interminabili secondi di paura sugli spalti e di rischio per l’incolumità degli addetti ai lavori. Ma va bene, lanciare fumogeni non si può fare, è vietato e allora si paga e zitti. Poi però succede che a Cerignola l’…audace tifoseria pugliese accolga la propria squadra e il Catanzaro con un acceso – è proprio il caso di dire – lancio di fumogeni gialli e blu. E ovviamente…niente multa. La domanda nasce spontanea: perché? Forse si sanzionano solo i fumogeni rossi? Forse erano meno di cinquanta? Si vero, non hanno ritardato l’inizio del match ma è questa la discriminante che provoca una multa rispetto alle zero sanzioni? Beh, se così fosse allora quanto dovrebbero pagare i giocatori pugliesi viste le continue perdite di tempo??? Risposte cercasi, sapendo già che non arriveranno.

L’orecchio assoluto

E così verrà da arrabbiarsi, mandare tutti a quel paese, magari dicendo parolacce. Non bestemmie però, primo perché non è bello, secondo perché non si può. Ne sa qualcosa Dimitros Sounas, squalificato perché avrebbe proferito frasi blasfeme al termine della gara. Se qualcuno avrà sentito dire qualcosa tipo “Oh mio Dio” sappiate, giudici della lega che era riferito alla bellezza dei fumogeni dei tifosi del Cerignola, talmente belli da non dover essere sanzionati. E chissà invece cosa avrà detto un altro ex giallorosso, Alessio Di Massimo, oggi all’Ancona anche lui squalificato per un turno per lo stesso motivo. O contro chi avrà imprecato l’allenatore del Crotone Lerda che per ben due volte, si legge nel comunicato, avrebbe pronunciato frasi blasfeme. Una pratica diffusa insomma, che di certo non giustifica il gesto, ma che fa capire che ci vuole anche fortuna. Quella che non ha avuto il nostro Sounas che nel pieno del vocio di fine gara, tra urla per il gol fatto e quelle di disperazione dei pugliesi ha trovato un commissario con un orecchio sopraffino, quasi assoluto. E poi, diciamocela tutta, senza fare facili populismi, equiparare una bestemmia a una gomitata, una giocata violenta o un’entrata di dietro ci sembra un pò troppo anche perché – detto senza ironia – quell’ingiuria non per tutti equivale a un’offesa. Magari non lo è per Sounas che, poiché greco, potrebbe essere di altra religione. Ma tant’è, quel che fatto è fatto e Sounas guarderà dalla tribuna Catanzaro Messina dove, siamo certi, i suoi compagni sfodereranno una prova perfetta da non dover far imprecare contro nessuno.
Non dovranno insomma far battere il record di Andrea Sottil, oggi allenatore dell’Udinese. Lui, che un anno e mezzo fa, pronunciò “circa 12 volte frasi blasfeme” quando allenava l’Ascoli. In quella stessa domenica il “nostro” Antonio Calabro se ne lasciò scappare solo una. Risultato? Sottil prese una multa, Calabro una giornata di squalifica. Misteri della fede, quella che non può essere offesa con frasi che rischiano di arrivare fino al cielo. Quel cielo pieno di residui di fumogeni i cui odori forse danno alla testa a chi deve decidere nel momento necessario. Perché certe decisioni appaiono cervellotiche e prive di senso ma ricche di sensi: la vista e l’olfatto soprattutto.

In foto: i fumogeni lanciati dai tifosi del Cerignola nel prepartita di Cerignola- Catanzaro

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