«Ne resterà soltanto uno»: la frase, molto minacciosa, pronunciata dal terribile e cattivissimo Victor Kruger (l’attore Clancy Brown) nel film Highlander – L’ultimo immortale, del 1986.
Ieri, 4 gennaio 2023, il Napoli è stato sconfitto a Milano dall’Inter. In precedenza, la stessa sorte era toccata ad altre formazioni europee: il Benfica, il Real Madrid, il Barcellona, il Paris Saint-Germain, il Lens, l’Arsenal, il Newcastle, il Celtic, il Bayern Monaco, il Feyenoord… ma anche alle meno celebrate e note Moreirense, Salisburgo, Darmstadt, Plzen e Pribram. Tutte queste sono cadute una volta nei rispettivi campionati.
Così, nell’intero vecchio continente, a livello professionistico, le squadre imbattute son rimaste soltanto due.
Una è il Panathinaikos, che guida la serie A greca (Souper Ligka Ellada) con 42 punti in sedici gare (tredici vittorie e tre pareggi), vantandone sette di vantaggio sulla prima inseguitrice, l’AEK Atene.
L’altra… be’, lo sapete… l’altra è il Catanzaro dei Noto, del Mister Vivarini, di Iemmello e compagni, che ha conquistato 54 punti in venti incontri, grazie a tre pareggi e diciassette successi.
Tuttavia, almeno in termini di numeri, il confronto fra le Aquile e il club ellenico in precedenza richiamato è impietoso. Il Panathinaikos, appunto, lo regge soltanto con riguardo alla difesa, avendo subito appena sei reti (media 0,37 a gara), a fronte delle otto incassate dal Catanzaro (media 0,4). In attacco, invece, i calciatori greci non sono stati dei grandi cecchini: ventisette le marcature realizzate (media 1,68) rispetto alle 56 di Biasci e soci (media 2,8). Ne discende che le rispettive differenze-reti sono di +21 e di +47. In sostanza, quella dei giallorossi italiani è più di due volte migliore rispetto a quella dei biancoverdi di Atene.
Forse, come nella pellicola accennata agli esordi, «ne resterà soltanto uno»: vale a dire che un club perderà l’imbattibilità prima dell’altro. O forse entrambi riusciranno a chiudere la stagione con zero sconfitte. Impossibile saperlo… e naturalmente tutte le scaramanzie sono ammesse.
Sta di fatto, che, almeno ad oggi, il Catanzaro – con esclusivo riferimento al campionato di competenza – è la regina d’Europa. Non ci sono altre squadre che vantino i suoi numeri da record!
Motivo di orgoglio in più per questa piazza, che da tanto tempo attende di ritornare in palcoscenici più consoni al suo blasone. Quattro semifinali di Coppa Italia, una finale (persa ai supplementari) nella stessa competizione, sette campionati di massima divisione, con il primo conquistato in epoca in cui la Calabria era soltanto una semisconosciuta entità geografica, non si possono cancellare dagli almanacchi del calcio. Chi ci prova è persona afflitta da invidia e livore, che disconosce l’obiettività. La storia, inclusa quella dello sport più popolare del mondo, non si scrive e non si racconta tenendo conto del tempo trascorso, ma sulla base di quello che una persona, o un’entità, ha rappresentato.
Forza Catanzaro… e felice 2023 a tutti i lettori.
Bravo Nicola, questo signori è il Catanzaro.
Consiglio a tutti i tifosi maschi di toccarsi i coglioni -scusate il francesismo- e a tutte le femmine le tette.
Bisognava tenere mule
Contro la sua volontà non mi sembrava proprio opportuno.