21 Luglio 2024

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Juve Stabia – Catanzaro 1-4: analisi tecnico/ tattica

scritto il: sabato, 25 Febbraio 2023 - 18:08

Tempo di lettura: 4 minuti

Foto: Per gentile concessione di Juve Stabia Channel

Il Catanzaro strapazza la Juve Stabia e prosegue la sua marcia trionfale. Quinta doppietta per Iemmello, reti di Biasci e Vandeputte.

FORMAZIONI

JuveStabia 3-5-2: Barosi, Caldore Altobelli Cinaglia, D’Agostino Ricci Berardocco Scacabarozzi Maggioni, Pandolfi Silipo . All. Pochesci

Catanzaro 3-5-2: Fulignati, Scognamillo Fazio Martinelli, Vandeputte Ghion Verna Sounas Situm, Iemmello Biasci. All. Vivarini.

PRONTI VIA, IL CATANZARO SEGNA 3 VOLTE

Mister Vivarini aveva parlato di una partita complicata e del probabile tentativo delle vespe di bloccare le fonti di gioco giallorosse lavorando sull’intensità a centrocampo, preoccupazioni più lecite ma il match è stato letteralmente stravolto dalle aquile che hanno segnato 3 reti in 20 minuti stabilendo un nuovo record e annichilendo gli avversari.

Tatticamente le squadre si sono disposte a specchio, ma i valori in campo sono stati talmente in favore dei giallorossi da lasciare inebetito Pochesci, che dalla panchina ha continuato a chiedere ai suoi di restare focalizzati sulle posizioni in campo senza badare al risultato.

Così la Juve Stabia ha deciso di alzare i ritmi cercando l’imbucata per Pandolfi (il più attivo insieme a Silipo e Scaccabarozzi) per dare un senso alla partita nonostante l’imbarazzante passivo. E c’è da dire che le vespe sono anche riuscite a costruire qualche occasione importante con D’agostino e Pandolfi. Quest’ultimo ha anche lamentato la mancata concessione del penalty per una leggera trattenuta di Fazio.

Il centrale giallorosso ha sofferto l’esuberanza dell’attaccante gialloblu perdendolo in un paio di circostanze, ma a conti fatti la reazione della Juve Stabia è stata ben contenuta dalla retroguardia del Catanzaro.

Sotto di tre gol, i padroni di casa si sono inevitabilmente allungati lasciando aperti pericolosi corridoi sui quali le aquile hanno avuto gioco facile con ripartenze fulminee che Biasci, Situm, Scognamillo, Iemmello, Sounas e Vandeputte non sono riusciti a concretizzare. Quasi l’intera batteria di fuoco giallorossa.

TECNICA E QUALITA’ DELLE MARCATURE

Il Catanzaro macina gioco, domina gli avversari, riparte e aggredisce con molti effettivi. L’elevato tasso tecnico della rosa fa solo da cornice alla formidabile macchina da gol di mister Vivarini. Il bello di veder giocare le aquile sta nei movimenti, negli scambi in velocità, nel modo che hanno i compagni di seguire l’azione. E poi ci sono i gol, tantissimi e sempre di ottima fattura.

La doppietta di Iemmello inizia con la scaltrezza dell’attaccante catanzarese di andare in pressione su Altobelli che riceveva palla dalla rimessa laterale di Cinaglia. A parte la sfortunata parentesi del centrale gialloblu che nell’occasione è scivolato, bisogna fare i complimenti a Pietro per l’abnegazione con cui si muove in campo cercando di approfittare di ogni minima distrazione.

Al cinismo sotto porta, Pietro associa le proprie capacità tecniche che gli consentono di entrare in area alzare la testa e decidere dove piazzare la sfera. Altri si fanno prendere dalla foga, sentono la responsabilità di non sciupare una buona occasione, Iemmello fa ciò che sa fare e cioè mantenere la lucidità e mirare l’angolo più lontano.

La seconda marcatura porta ancora la firma di Iemmello ma il merito va condiviso con Vandeputte e Biasci. Il belga cambia corsia e lo troviamo sul fronte destro a ricevere da Sounas, quindi si libera di due avversari in area e cross teso per Biasci che da quella posizione poteva tentare la botta al volo e invece Tommaso s’inventa un assist di tacco lungo linea per Iemmello che quasi sorride prima di calciare a porta vuota.

Al ventesimo minuto arriva la terza marcatura d opera di Biasci. Il tutto nasce da un recupero di Sounas su Silipo, un break micidiale che non lascia scampo a Cinaglia e Altobelli che assistono impietriti al comodo assist per Biasci che con una fucilata piega le mani a Barosi.

Il quarto gol spiega meglio di altri come si muovono i giallorossi. Iemmello viene incontro a Vandeputte che da vertice basso del triangolo si spinge in avanti dopo aver passato sulla destra per Brignola. L’affondo del neo acquisto giallorosso è quello vincente perché da dentro l’area la rimette sui piedi di Vandeputte che chiude l’azione con un colpo morbido sul primo palo. Tutto molto bello.

TATTICAMENTE PARLANDO

Pochesci sta ancora cercando di plasmare una squadra che oggi ha mostrato tutte le proprie lacune al cospetto di un avversario decisamente più quotato. Innanzitutto la fase difensiva è decisamente da rivedere. La scelta di Altobelli centrale toglie vivacità e consistenza alla mediana senza dare chissà quali certezze in difesa.

Probabilmente si tratta di una scelta obbligata da una situazione di emergenza, ma se a questo aggiungiamo che nel corso della ripresa le vespe sono state ridisegnate con il 4-3-2-1 sacrificando anche Caldore in un ruolo non suo (terzino a sinistra) questo la dice lunga sulle difficoltà del periodo.

Sulle corsie esterne Maggioni non si è visto, D’agostino invece si è distinto tentando anche la conclusione da buona posizione. I movimenti dei cursori di fascia sono apparsi approssimativi in fase difensiva, difettando soprattutto della capacità di chiudere le linee di passaggio in zone di campo dove la giocata è facilmente prevedibile.

Il reparto offensivo stabiese è il solo a dare qualche segnale positivo con la vivacità di Silipo e Scaccabarozzi più la caparbietà di Pandolfi che le ha provate tutte per aver ragione di Lito Fazio e in un paio di circostanze è anche riuscito a superare l’avversario, ma alla fine ha ceduto le armi alla rocciosa difesa giallorossa.

Nel complesso la Juve Stabia ha disputato una discreta partita al meglio delle proprie possibilità, però è chiaro che la fase di pressing va rivista in funzione della reale capacità di interdizione che non è apparsa sufficientemente energica. Il gioco sulle corsie laterali non gode della necessaria velocità di trasmissione della palla o della capacità di saltare l’uomo. Infine, come accennato in precedenza, c’è da registrare la fase difensiva. Pochesci ha molto su cui lavorare.

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