E ora continuate a dire che porta male. Ora proseguite a levarlo dai numeri di camere di albergo e letti di ospedale. Adesso, per favore chiedetegli scusa tante volte. Quante? Diciassette per la precisione. C’è un numero ricorrente nella giornata del trionfo del Catanzaro all’Arechi di Salerno. E non è un numero “normale” ma quel diciassette da sempre visto come nefasto. Una cifra che ritorna, che apre e chiude una storia pazzesca. Perché il gol della sicurezza, della gioia, della certezza lo segna il numero 17 della squadra, Enrico Brignola, protagonista insieme a Pietro Iemmello, autore invece dell’1-0 quando il cronometro indica il minuto 17 (benchè i puristi contino i sessanta secondi che vanno dal fischio inizio al sessantesimo secondo). Ma poco importa: nelle immagini e nelle foto pronte a fare storia il minuto sarà quello indicato dalla grafica sullo schermo: il diciassette.
Un numero che non è solo il lieto fine (parziale) della storia, ma ne rappresenta anche l’inizio. 17 luglio 2017 alle ore 17: ha queste coordinate temporali la partenza dell’era Noto che sfida quel giorno e quell’ora per presentarsi ufficialmente come patron delle aquile giallorosse. D’altronde uno come lui non ha certo paura delle sfide difficili, figurarsi della scaramanzia. Che il destino gli ribalta a suo favore, e fai in modo che il Catanzaro ritrovi la serie B 17 anni dopo l’ultima volta. La matematica d’altronde dice + 16 sul Crotone – virtuali però proprio + 17 visto il vantaggio negli scontri diretti – a cinque dalla fine: un distacco incolmabile frutto anche di un percorso casalingo perfetto, poiché il Catanzaro al “Ceravolo” le ha vinte tutte finora. E quante ne ha giocate e, pertanto, vinte? Inutile dirlo: diciassette.
E se la tifoseria sa che con questa società “ha fatto tredici”, è sempre il diciassette a farla da padrona. Il Catanzaro infatti è più forte anche della presunta sfiga e nella settimana decisiva del campionato – quella che va dal derby col Crotone alla Gelbison – incontra una doppia, terribile, combo: venerdì 17. Ma in quel giorno arriva una splendida notizia: l’ufficialità della disputa della gara contro i campani all’ “Arechi” di Salerno. I biglietti non saranno 17mila, né i chilometri da percorrere, almeno quelli per raggiungere la Campania. Perché invece dal “Ceravolo” al campo di allenamento di Giovino i chilometri da fare sono proprio 17, se si sceglie di intraprendere il percorso più corto.
Così come il Catanzaro di quest’anno che, dopo aver perso tempo negli anni con le propaggini dei playoff, questa volta ha deciso di fare in fretta e correre come il suo miglior assistman, Jari Vandeputte, che di passaggi decisivi ne ha fatti – toh, guarda caso, proprio 17. Quel numero sempre presente, sempre pronto a mostrarsi come sfida da battere, obiettivo da superare. E il Catanzaro, questo Catanzaro, ha dimostrato di essere più forte anche della scaramanzia, specie quella legata a cifre particolari. I numeri, gli unici stratosferici, li han fatti Martinelli e compagni, membri di un team capace di arrivare primo. Primo, proprio come il numero 17.
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