Dopo una stagione ai margini del campo – ma sempre attivo e determinante per gruppo e spogliatoio – Riccardo Gatti aveva bisogno di qualcosa di forte per rendere indimenticabile la sua stagione personale col Catanzaro. Così la scelta del numero di maglia, che unito al suo cognome, lo rende già iconico: 44 Gatti. Non contento il buon Riccardo decide anche un turno di Coppa Italia segnando l’ultimo rigore. Ma ancora non si può dire soddisfatto.
Nella stagione dei record e in cui tutti (o quasi) i suoi compagni sono andati a segno in campionato, lui vuole di più: vuole un gol, una rete, un sigillo per rimanere ancora più incastonato nella storia in maglia giallorossa. È l’occasione arriva il 2 aprile in casa del Giugliano: calcio d’angolo, assist di Vandeputte (e chi sennò?) e colpo di testa: Catanzaro avanti, ha segnato Gatti. Eccolo il gol, eccolo il momento da incorniciare.
Anche perchè la sua rete è da record: è lui, difatti, il marcatore differente numero 19 in campionato. Ce l’ha fatta il buon Ricky, e lo ha fatto in un modo storico. Come “storica” è, per certi versi, la sua espulsione nel derby col Crotone: 3 giornate senza capire il perchè, senza che immagini o testimonianze dirette dimostrino il motivo. Rischiava di essere questa decisione assurda l’immagine iconica della stagione di Gatti.
E invece poi è arrivato il mese dei…Gatti. E non perchè si celebrino i mici ma perchè questo aprile strano (per il clima e perchè il Catanzaro è già promosso) ha fatto sì che oltre al giallorosso Riccardo, ad andare a segno fosse anche Federico Gatti, centrale di difesa – toh, che coincidenza – della Juventus che ha messo a segno il suo primo gol in bianconero lo scorso 13 aprile.
Stesso cognome ma caratteristiche diverse per i due Gatti del calcio italiano, accomunati però anche dal destino sui rigori in Coppa Italia. Perchè se il “nostro” Riccardo segna quello decisivo contro l’Avellino, lo juventino fallisce – ai tempi del Frosinone – un rigore che contribuisce all’eliminazione dei laziali. Riccardo invece no, ha segnato quel tiro dal dischetto e poi si è ripetuto a Giugliano, quasi un anno dopo un altro gol “particolare”.
Perchè la sua ribattuta sulla parata del calcio di rigore di Sounas a Foggia non è solo il gol del momentaneo 6 a 1. E’ un gol che viene dopo una delle pagine più brutte del calcio recente: la tentata aggressione a Iemmello, la sua uscita dal campo, la rinuncia (forzata) a non tirare dal dischetto. Subito dopo quei dieci minuti di follia, la cronaca del campo scriverà del gol di Gatti. Ah, era l’11 di Aprile. E quel gol rischiava, come quello in Coppa di quest’anno, di non dare il giusto merito a un ragazzo fondamentale nello spogliatoio, dai piedi buoni e dalle ottime doti difensive. Poi però ci han pensato il mese dei Gatti ma soprattutto le sue abilità nel gioco aereo a celebrare il giusto lieto fine della storia. La speranza è che possa eguagliare la carriera del suo (cog)nomino della Juve, intanto ce lo godiamo in giallorosso dove siamo pronti a citare Giorgio Gaber: “ma per fortuna che c’è il Riccardo…”
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