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U.S. Catanzaro: diamo a Calabro quello che è di Calabro

scritto il: domenica, 14 Febbraio 2021 - 21:12

Tempo di lettura: 3 minuti

Se il campionato finisse oggi non ci sarebbe nulla da rimproverare a nessuno, il Catanzaro ha fatto il suo onesto campionato in linea con i programmi societari di inizio stagione nati attraverso una rivoluzione organizzativa assolutamente necessaria. Poco importa se è la terza della gestione Noto, sbagliando si impara e perseverare è diabolico.

Il Catanzaro edizione 2020-2021 è nato sotto l’auspicio di rimodulare una serie di fattori, alcune cose sono state fatte, altre andranno a loro posto con i modi e i tempi dovuti. Nessuno ha la bacchetta magica ne possono averla Foresti e Cerri ai quali in soli 9 mesi non si può chiedere un miracolo, sia sotto il profilo gestionale, sia su quello tecnico. Una cosa però deve capirla anche il presidente Noto, il calcio vivrà sempre sulla passione della gente, il calcio è capace di spostare un popolo da una regione all’altra per un sentimento che si chiama “tifo” e passione e tifo hanno anche bisogno di essere alimentati dai colpi di mercato. Ad esempio regalare a questa tifoseria un colpo alla Iemmello sarebbe come mandarla in paradiso. E sinceramente il paradiso lo merita tutto!

A beneficio dei più giovani ci piace ricordare una massima di colui che è stato il più grande presidente dell’U.S. Catanzaro, don Nicola Ceravolo: “Da una crisi tecnica si esce da una crisi societaria no”.

Dopo anni di “malleve”, di vagonate di punti di penalizzazione, di iscrizioni al fotofinish abbiamo fatto passi da giganti, prima con la gestione Cosentino (alla quale attribuire altri meriti sarebbe stucchevole!) e poi con Noto. Certo non basta, non può bastare se alla proprietà c’è appunto una delle famiglie imprenditoriali più potenti del Mezzogiorno. Ma proprio perché appartengono a questa categoria, vivono in maniera più asettica, a tal punto da apparire quasi glaciali e distaccati dall’universo calcio a volte lo sembrano talmente tanto come se dimenticassero che questa società ha dato tanto al calcio ed altrettanto alla Calabria attraverso il calcio.

Noi siamo il Catanzaro” non è un motto fine a se stesso, ma appartiene ad un popolo di tifosi che ha prima importato il calcio in Calabria e poi ha esportato la Calabria attraverso il calcio. Quanti oggi saprebbero che cosa è Catanzaro senza il calcio, la storia del cinema italiano vanta decine e decine di citazioni proprio in riferimento al Catanzaro calcio.

Nell’isteria che ormai ci perseguita perché da oltre 30 anni emarginati da quel calcio che conta chiunque finisca ad averci a che fare con il Catanzaro si trova a gestire una patata bollente. Non è immune Calabro, possa o non possa piacere un certo tipo di calcio è soggettivo, ma Calabro, come abbiamo più volte ricordato, non è uno scemo qualunque. Il mestiere di allenatore lo conosce e lo conosce anche molto bene. Calabro non è stato un calciatore qualunque, per i catanzaresi non è stato nessuno, ma se è vero che  come è vero che per i catanzaresi Silipo, Banelli e Palanca hanno rappresentato qualcosa e ad occhi chiusi gli affideremo la nostra incondizionata fiducia, lo stesso discorso vale per Calabro in quelle piazze dove è stato la storia del calcio.

Brevemente proviamo a fare un passo indietro e a ricordare gli allenatori accostati al Catanzaro l’estate scorsa, limitiamoci a quelli che sono nel nostro girone: Braglia, Raffaele, Scienza e Trocini, ad eccezione di Braglia sono tutti dietro! E Braglia ha potuto contare su una squadra da rifondare con un parco di calciatori azzerato, cosa che non è stata allo stesso modo per Calabro il quale ha dovuto fare i conti con una squadra si da rifondare, ma che aveva prima la necessità di sfoltire partendo da un numero di ben 23 elementi in rosa che per varie ragioni, tecniche e per monte ingaggi non rientravano più nel progetto.

Da queste considerazioni parte il Catanzaro 2020-2021 e se finisse oggi occuperemo la quarta posizione, con il miglior rendimento casalingo dopo la Ternana e con Bari e Catania (alle spalle della Ternana) abbiamo subito il minor numero di sconfitte, 4.

Ha davvero fatto cosi male Calabro? Dopo ogni sconfitta ha sempre saputo riprendere le redini in mano e condurre la squadra alla vittoria, non abbiamo mai messo in fila due sconfitte consecutive, se riuscissimo a godere di più delle vittorie forse nelle gare che restano, visto che il campionato non finisce oggi, forse riusciremo a vivere meglio e magari ad ottenere qualcosa di più. Diamo a Calabro quel che è di Calabro, perché ha avuto anche l’umiltà di non prendersi mai il merito delle vittorie e per uno che uno giorno si e l’altro pure è sul banco degli imputati di chi si arroga il diritto di essere un tutt’uno (allenatore, diesse e presidente) non è poco.

Ma a differenza degli altri anni questa volta c’è una proprietà coesa con la società che bada alla sostanza e non alle chiacchiere.  Come disse il celebre Assessore alle varie ed eventuali del Comune di Roncofritto: “Fatti e non pugnette”! A fine campionato tiriamo le somme…

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