20 Luglio 2024

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Massimo Palanca ricorda Nicola Ceravolo: ” Sarò sempre grato a Don Nicola”

scritto il: sabato, 20 Maggio 2023 - 21:43

Tempo di lettura: 3 minuti

20 maggio 1988 è una data che i tifosi giallorossi non dimenticheranno, trentacinque anni fa ci lasciava Nicola Ceravolo.

Nato il 13 ottobre 1907 a Soriano Calabro, lega praticamente tutta la sua vita al Catanzaro, costruendo anno dopo anno le fortune di una società di calcio rispettata oltre i propri confini, non solo comunali e regionali, ma soprattutto nazionali.

Appena laureatosi a Napoli in Giurisprudenza, rientra a Catanzaro dove viene nominato nel 1932 consigliere della società giallorossa , rimanendo parte attiva in una società che deve fare i conti con il periodo bellico e i suoi strascichi. Nel 1947 diventa Vice Presidente del Catanzaro e a lui spetta il compito di supporto ai presidenti Migliaccio, Guarnieri e Ferrara, dando già all’epoca la sua impronta organizzando una struttura interna solida. Nel 1958 Aldo Ferrara decide di dedicarsi alla politica, dando l’ascesa a don Nicola che assume la carica di Presidente.

Sarà il primo passo di una lunga cavalcata ; organizza ancora meglio la struttura societaria e grazie alle sue intuizioni, al rispetto guadagnato anche nei “palazzi” che contano nell’ambiente calcistico nazionale, ai suoi modi diplomatici e gentili, ai rapporti cordiali intrattenuti coi dirigenti delle altre società, scrive le pagine degli anni più belli del Catanzaro. Inizia immediatamente al suo primo anno da massimo dirigente, conquistando la serie B che mancava ormai da 13 anni. Conquista la Coppa delle Alpi nella stagione successiva. Fa della parsimonia il suo fiore all’occhiello per una gestione oculata delle finanze, dimostrando una spiccata capacità nella compravendita di calciatori da cui trarre i massimi benefici.

Quei calciatori che saranno tutti “suoi figli” per il modo di gestione societaria di tipo familistica. Nel 1966 raggiunge uno dei gradini più alti nella storia del Catanzaro, conquistando una storica finale in Coppa Italia nonostante si militasse nel campionato di serie B. Solo i tempi supplementari spezzeranno il suo sogno di conquista, ma ormai è riuscito nell’intento di far conoscere una piazza bistrattata del sud in tutta la nazione. Continua imperterrito nella sua strada fino ad arrivare alla conquista della massima serie, quella serie A vanto della Calabria e dell’intero sud.

E la riconquisterà ancora due volte nel 1976 e nel 1978. Ma questo sarà anche il suo ultimo campionato da presidente, in cui nonostante un 9° posto e il raggiungimento della semifinale in Coppa Italia, viene costretto alla resa dai soci di maggioranza, fatti entrare per portare nuova linfa economica alle casse societarie. Rimane comunque legato a quell’amore a cui non si può rinunciare, continuando a tifare dalla tribuna nonostante il suo allontanamento forzato. Solo nel 1984, con l’avvento del nuovo presidente Pino Albano, viene incaricato nel ruolo di presidente onorario. Ma una terribile male incurabile lo costringe alla morte il 20 maggio del 1988, lasciando un ricordo sempre vivo ed accese in tutti i tifosi delle aquile, sia in coloro che lo hanno potuto conoscere, sia in coloro a cui vengono raccontate le sue gesta che gli sono valse anche l’intitolazione dello stadio di Via Paglia.

La lettera di Massimo Palanca

Massimo Palanca nel giorno del trentacinquesimo anniversario della scomparsa di Don Nicola ha voluto ricordare le gesta di Don Nicola attraverso una lettera: “Oggi ricorre il trentacinquesimo anniversario della morte del più grande estimato personaggio della storia calcistica, e non solo di Catanzaro. Io sarà sempre grato a Don Nicola perchè è stato colui che mi ha fatto iniziare un’avventura bellissima e gratificante sotto tutti gli aspetti. Mi ha aiutato tantissimo, soprattutto nel mio primo anno di Catanzaro (1974-1975), nel quale non sono riuscito ad esprimermi come era nelle mie intenzioni. Però lui ha insistito dandomi fiducia e quell’incoraggiamento necessario a risolvere tutti i problemi. Sembrava burbero ma aveva quella risatina ironica che sdrammatizzava anche le situazioni più complesse. E’ stato un personaggio che ancora lo ricordano tutti con grande rispetto, non solo i calabresi, ma tutto il calcio italiano sarà sempre nel mio cuore!”

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