20 Luglio 2024

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A Catanzaro c’è un mago: Giuseppe Magalini, specialista in promozioni

scritto il: domenica, 21 Maggio 2023 - 14:48

Tempo di lettura: 3 minuti

Se a zigo-zago c’era un mago con la faccia blu, a Catanzaro c’è un mago specializzato in promozioni. Non ha la faccia blu, ma un bagaglio calcistico di grande rispetto, impreziosito dalla straordinaria promozione dell’U. S. Catanzaro in Serie B.
Stiamo parlando di Giuseppe Magalini il direttore sportivo delle Aquile, 62 anni nativo di Villafranca di Verona.

Nella promozione delle Aquile del presidente Noto c’è anche la sua firma.
Una impresa straordinaria, la prima del diesse al Sud dopo le vittorie ottenute con Mantova, Grosseto e Vicenza. E a queste si sarebbe potuta aggiungere la promozione dell’Alessandria clamorosamente svanita al fotofinish per responsabilità, per quello che ci è dato sapere, di uno spogliatoio spaccato per vicende personali.

Magalini i complimenti per la promozione se li è presi tutti, giustamente, ma ha avuto l’umiltà di riconoscere di essersi calato in una realtà che già aveva una solida base da dove ripartire. Lo stesso diesse ha sempre ammesso: “Questa impresa nasce da una programmazione ponderata ed efficace. Quando sono arrivato ho trovato una società ben strutturata e con le idee chiare. Per me è stato facile inserirmi e lavorare”
È una virtù di pochi nel mondo del calcio, ma anche questa virtù fa parte del suo grande bagaglio professionale partito agli inizi degli anni 2000 dal Chievo Verona grazie all’intuizione di Giovanni Sartori che in Magalini aveva individuato quelle qualità che gli avrebbero permesso di diventare un dirigente di calcio di grande spessore.

E Sartori vide bene, perché alla prima investitura da Direttore Sportivo Giuseppe Magalini fu l’artefice indiscusso della favola del Mantova (2003-2006) e portandolo dalla Serie C2 ad un passo dalla Serie A e spianando la carriera in ascesa al tecnico Domenico Di Carlo “rubatogli” dallo stesso Sartori che gli affidò la panchina del Chievo Verona.

Vincere non è mai facile, figuriamoci ripetersi, se poi ci aggiungiamo che non era affatto facile vincere a Catanzaro che inseguiva la Serie B da ben 17 anni, ecco che l’operato di Magalini ha davvero dello straordinario.

Un operato encomiabile, ad iniziare dal paziente ed estenuante lavoro di riportare a Catanzaro il belga Vandeputte, e due dei più forti centrocampisti che abbiano mai vestito la maglia giallorossa; Ghion e Pontisso ed è proprio da Ghion che ripartiranno le fatiche del diesse, così come accadde per Vandeputte si cercherà di riportarlo a Catanzaro.

Giuseppe Magalini è un’altra scelta azzeccata dal presidente Noto, che ha un’abilita’ nel scegliere gli uomini di fiducia, puntando anche sull’aspetto caratteriale mettendo in “contrapposizione tra loro” le figure dirigenziali. Se ci soffermiamo ad analizzare con scrupolosità gli incarichi dirigenziali affidati dal presidente Noto in questi 6 anni di presidenza, ma soprattutto negli ultimi quattro, emerge un quadro di un rapporto di antitesi, di opposizione, di confronto tra i dirigenti scelti. E mai scelta si è rivelata più azzeccata. In generale per come avviene nelle aziende della Holding Noto, dove non a caso, è lo stesso Floriano Noto ad occuparsi delle risorse umane garantendone, una corretta gestione in modo che risulti funzionale agli obiettivi strategici dell’azienda.

Foresti-Magalini stanno su due poli opposti, e per come avviene nella repulsione magnetica, i poli opposti si attraggono. Da qui è nato il Catanzaro dei record plasmato alla perfezione dal tecnico Vincenzo Vivarini.

Foresti abbiamo imparato a conoscerlo, si appresta alla sua quarta esperienza con il club giallorosso, quello che invece, forse si sa poco è proprio di Magalini, più schivo del direttore generale, lo si è visto anche nelle celebrazioni ufficiali dove assume una posizione defilata, e se non lo avessi visto con i miei occhi gioire in mezzo al campo a Salerno dopo la vittoria sulla Gelbison, che è valsa la promozione matematica delle Aquile in Serie B, avrei perfino dubitato della sua presenza sui Tre Colli. Li si lasciò scappare una delle poche battute, quando mi disse: “Ci voleva un polentone come me per portare in Serie B un terrone come te”

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